Regione, la crisi è aperta

alombardo5.jpgIn Sicilia la vecchia maggioranza è in crisi. È stato lo stesso Governatore Raffaele Lombardo, questa sera, nel suo intervento in aula a parlare apertamente di “dissoluzione delle forze che lo sostenevano”, dopo la bocciatura del Dpef avvenuta nei giorni scorsi. Ma contemporaneamente il presidente della Regione ha disinnescato il rischio di un’altra debacle per il suo governo, dribblando la mozione di censura nei confronti di un assessore presentata dal Pd.
Un “segnale” subito raccolto dal partito d’opposizione che, dopo avere constatato che “la crisi dell’alleanza di centrodestra ha ormai raggiunto il suo epilogo si dice “pronto a fare la sua parte”. Prove di dialogo trasversale, insomma, a Palazzo dei Normanni, dopo la spaccatura del Pdl che non consente più a Lombardo di contare su una maggioranza numerica sicura, come dimostra la boccatura del Dpef.  Non a caso Lombardo ha auspicato “un clima di armonia in Parlamento per rilanciare le riforme con i partiti che ci stanno”.
IL CASO ARMAO. Il primo passo lo ha compiuto in conferenza dei capigruppo annunciando che l’assessore regionale alla Presidenza, Gaetano Armao, tecnico vicino all’ala ‘ribellè del Pdl-Sicilia che fa capo al sottosegretario Gianfranco Miccichè e al parlamentare nazionale Dore Misuraca aveva rimesso le deleghe alla Presidenza e alla Protezione civile. Armao era stato accusato dal Pd di conflitto d’interessi tra il suo ruolo nell’esecutivo e la professione di avvocato amministrativista e di ex consulente del gruppo Falck che ha partecipato alla gara per la realizzazione dei termovalorizzatori.
La mozione sarebbe stata votata oltre che dal Pd anche dal Pdl ufficiale e dall’Udc, facendo così andare in minoranza l’esecutivo. “Il Pd ha vinto, volevamo il ritiro delle deleghe e lo abbiamo avuto senza votare la mozione che ritiriamo”, ha detto il capogruppo Antonello Cracolici. Ma l’Udc ha insistito lo stesso per votare il documento. “Presenteremo un odg per chiedere la revoca della carica di assessore ad Armao”, ha ribadito il capo gruppo Rudy Maira. Una querelle procedurale affrontata dal presidente dell’Ars Francesco Cascio, che pure aveva dichiarato decaduta la richiesta perchè veniva meno l’oggetto della mozione, con la convocazione della commissione regolamento che dato ragione alla sua tesi.
LOMBARDO GUARDA AVANTI. Ma Lombardo sembra ormai guardare al futuro: “il voto contrario al Dpef – ha sottolineato – è stato un ribaltone in aula al quale bisogna porre rimedio. L’Ars può sfiduciare il presidente. Io non sono inchiodato alla poltrone ma ho il dovere morale di portare avanti questo impegno perchè lo devo ai siciliani. Se c’è un clima di serenità lavoriamo insieme”. E subito dopo ha ammorbidito i toni per stemperare le polemiche: “Se ho sbagliato e sono stato impulsivo o sgarbato, chiedo scusa. La maggioranza si deve muovere con coerenza. Ed è per questo che lancio un appello alle forze politiche a ai gruppi parlamentari”. E a chi in sede di verifica di governo come il Pdl chiede l’azzeramento della giunta ha risposto che il 31 dicembre entrerà in vigore il riordino degli assessorati quindi per ora non se ne parla. Serve invece  portare avanti un processo di riforme. A partire da quella del sistema dei rifiuti”.
L’OPPOSIZIONE FARA’ LA SUA PARTE. All’appello di Lombardo il gruppo Pd all’Ars ribatte “che la crisi dell’alleanza di centrodestra che lo ha sostenuto ha ormai raggiunto l’epilogo”, ma si dice “pronto a fare la sua parte per realizzare le riforme necessarie a cambiare la Sicilia”, come si legge in una nota del gruppo che si è riunito oggi alla presenza di Cracolici, del segretario regionale Giuseppe Lupo e di Filippo Penati, coordinatore della segreteria politica di Pierluigi Bersani.
Nel documento, approvato all’unanimità, si osserva che “dopo 18 mesi la Sicilia mostra i segni del fallimento di questa coalizione e la Regione non può continuare a galleggiare nel pantano di una politica che non è in grado di dare speranze e soluzioni ai problemi gravi dell’Isola. Sancire il fallimento della maggioranza è condizione essenziale per verificare la possibilità di aprire una stagione delle riforme su punti essenziali”. Al termine dell’interevento in aula Cracolici ha puntualizzato: “il presidente ha parlato di dissoluzione ma non di crisi della coalizione: soltanto nel momento in cui verrà accertata la crisi del centrodestra saremo disponibili a valutare un percorso sulle riforme da realizzare”. Ma Lombardo ha tagliato corto: “quello che dovevo dire l’ho detto”.

Regione, la crisi è apertaultima modifica: 2009-12-03T12:53:34+01:00da leonedilipari
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