Lipari-Torino, il ricordo di Carlo Lizzani

Gentile Direttore,

rcandia.JPGapprofitto della sua ospitalità per dedicare un pensiero alla scomparsa di clizzani.jpguno straordinario uomo di cinema come fu il regista Carlo Lizzani.

Volevo ricordarlo con un piccolo aneddoto personale che mi fece comprendere, come spero lo saprà fare ai lettori del Suo giornale, la grande umanità della persona.

Era il 1993, e all’epoca avevo un incarico di insegnamento all’Istituto di Storia della Resistenza di Ferrara.

Avevo da poco pubblicato un mio lavoro sul tema Cinema e Storia e ne regalai una copia a Lizzani, in occasione di un seminario sullo stesso argomento che tenemmo a S.Giovanni Valdarno, e nel quale eravamo entrambi relatori.

Da giovane e appassionato cinefilo ne approfittai per farmi autografare la copia del suo ultimo studio sul cinema italiano.

Non potrò mai dimenticare la sua risposta: Volentieri, purché anche tu mi faccia una dedica sul tuo libro.

Ovviamente fu per me una grandissima e inaspettata emozione: Lizzani mi fece sentire importante, cosa che di certo a suo confronto non sentivo e non credevo assolutamente di essere (e naturalmente non ero!).

Così oggi, nella profonda malinconia della sua scomparsa, mi piace ricordare quanto la grandezza e la sincera umanità dell’ uomo si sappia esprimere, forse meglio, proprio nelle cose più semplici.

Giunga così dalla nostra bellissima Lipari anche questo piccolo ricordo di un grande artista del nostro Paese.

Fai buon viaggio, Carlo!

Renato Candia

msequenzia.jpg-di Michele Sequenzia (Torino)

“Ho  staccato la chiave”. Carlo Lizzani ha deciso di girare l’ultimo ciak , quello che nessuno di noi avrebbe voluto vedergli fare.   

Ora ci mancherà il suo coraggio, la sua umanità,  siamo sempre più soli.

A soli 26 anni collabora con Roberto Rossellini come aiuto- sceneggiatore nel film “  Berlino anno zero “, girato nel lontano 1948 , in una città cumulo di macerie. I personaggi si aggirano spettri tra  le sue  rovine.

Carlo Lizzani resta  personaggio scomodo per l’establishment di ieri e per quello di oggi. Lizzani   ama la Verità, racconta ciò che oggi è stato dimenticato da tutti i nostri Governi. L’Italia del ventennio Mussoliniano, le sue intime relazioni con il Nazismo, è stata spesso cancellata,  se non confusamente alterata, dalla storiografia moderna, tema che invece Carlo Lizzani soffre nelle viscere.  Altrettanto sono state  praticamente cancellate dalla nostra storia patria le  privazioni,  la povertà, la miseria, le atrocità subite da un intero popolo dal regime nazi-fascista di una Italia disintegrata dall’odio di classe.

Carlo   Lizzani,  ha dedicato l’intera sua vita al cinema. Nel  suo vasto repertorio artistico, mette la cinepresa a fuoco su ciò che è l’anima di un popolo, delle sue sofferenze, delle infami, malvagie  diseguaglianze. La sua  è arte ed  impegno politico. Letteratura e saggio morale. Lizzani ama il racconto, lo vivifica,  ne traccia la morale. Il suo cinema è dotato di un acuto  senso estetico che indaga e ricerca la Verità che tutti noi amiamo.

Carlo Lizzani è tutto vigore e passione. Ha coraggio, sa interpretare la storia, fa rivivere tutte le anomalie di una società sprofondata nell’egoismo, nell’immoralità, nel conformismo politico.  Il suo impegno civile è  stimolo al Bene,  indica la strada da percorrere, soprattutto  per le nuove generazioni.  I suoi lavori cinematografici sono delle pietre preziose, saggi illuminanti. Ripeteva  ” per scrivere bene, bisogna leggere molto”. “Dalla lettura nasce la voglia di scrivere, di raccontare.”

Tutti i suoi racconti sono coraggiose denunce  di una società piena di contraddizioni.

Come scrive Irene Bignardi, nel ricordo di Carlo Lizzani :

”Nella sua ricchissima filmografia di oltre sessanta titoli, tra film importanti e film meno felici, tra film importanti e film d’occasione, tra film per il grande schermo e, negli ultimi tempi, film televisivi, ma tutti cuciti dall’ideale filo rosso della ricerca sul passato recente del fascismo e della Resistenza, ad Achtung! Banditi Lizzani fa seguire Cronache di poveri amanti (1954) e Il gobbo (1960), L’oro di Roma (1961) e Il processo di Verona (1963), Mussolini ultimo atto (1974) e Fontamara (1977), Un’isola (1986) e, appunto, Hotel Meina nel 2007. Il suo spirito di storico del cinema gli suggerisce di ricostruire la lavorazione di Roma città aperta in Celluloide (1996). La sua curiosità per il mondo dello spettacolo lo porta a fare Lo svitato, con Dario Fo (1955). L’attualità lo spinge a realizzare, con uno stile tutto fatti, qualcuno dice “americano”, e con un occhio attento alla evidenza della cronaca, Svegliati e uccidi sul “solista del mitra” Luciano Lutring e la sua banda (1966), Barbagia, su Graziano Mesina (1969), San Babila ore 20, sul neosquadrismo sanbabilino (1976), Nucleo zero, sulle derive terroristiche di sinistra, dal romanzo di Luce d’Eramo (1984). La sua attenzione alla condizione della società del boom gli fa dirigere uno dei suoi film migliori, La vita agra (1964), dal libro di Luciano Bianciardi.”

Il suo costante impegno  è stato una lezione di alta moralità, retaggio di un serio  pensiero etico-politico oggi scomparso.“ Berlino anno zero”, che segna la catastrofe in cui ci ha sprofondato l’ideologia nazi fascista ricordiamo il monito che introduce l’inizio del film.

“Quando le ideologie si discostano dalle leggi eterne della morale e della pietà cristiana, che sono alla base della vita degli uomini, finiscono per diventare criminale follia.

Persino la prudenza dell’infanzia ne viene contaminata e trascinata da un orrendo delitto ad un altro non meno grave, nel quale, con la ingenuità propria dell’innocenza, crede di trovare una liberazione dalla colpa.

Lipari-Torino, il ricordo di Carlo Lizzaniultima modifica: 2013-10-07T10:25:48+02:00da leonedilipari
Reposta per primo quest’articolo