
di Alfio Ziino
Leggo continuamente di interventi sul tema “punto nascita” e comprendo la passione che su detto tema alcuni pongano. L’ Assessore Giacomo Biviano ne ha fatto una propria battaglia, raccogliendo consensi e solidarietà. Lo stesso dicasi per il consigliere Emanuela Carnevale.
Rammento che il Rotary Club Isole Eolie ebbe ad organizzare sul punto, ma anche sulla intera locale struttura ospedaliera, un convegno nel quale fui uno dei relatori, invitando l’ Assessore Regionale alla Sanità a ricercare, nell’ambito della legislazione vigente, delle soluzioni che non penalizzassero oltre misura le isole, ed offrendo, in questo senso, un qualche spunto anche con l’ausilio di una consolidata, ma scarsa, giurisprudenza.
A margine del predetto convegno non ho avuto difficoltà ad esprimere alcuni miei convincimenti, per così dire, controcorrente. Mi appare incontestabile che chirurgia ed ostetricia siano campi in cui l’esperienza, la varietà delle casistiche, le eccezionali patologie manifestatesi ed affrontate, siano fondamentali. La “manualità” di un chirurgo, o di chi aiuti a venire al mondo un nuovo essere umano, che si riscontra in una struttura con cinquecento, mille, interventi annui, non è certo, con tutta la buona volontà, pari a quella di chi, di interventi chirurgici o di neo nascite, ne affronti un cinquantina l’anno. Ed affermavo anche che lo strillare “non vogliamo la chiusura dell’ Ospedale” o “vogliamo nascere a Lipari” non sarebbe servito a nulla. La battaglia andava condotta, ed ancora oggi andrebbe condotta, su altro binario: garantire in loco una eccellente “ordinarietà” dei servizi di primo intervento, lasciando il resto a strutture attrezzate, anche nel capitale umano, allo scopo.
Ritenere che il parto sia una “ordinarietà” credo sia errato, e ne offre testimonianza il numero di quelli, anche da noi, finiti purtroppo male. Rammento che la mortalità al parto, o le malformazioni residuate al parto stesso, erano elevatissime. La loro drastica riduzione è da imputare esclusivamente al supporto medico chirurgico che oggi le neo madri hanno. E tanto più è elevata la qualità di detto supporto, tanto più vi è garanzia di nascita e di nascita sana. Rifiutare tale assioma, limitandosi al “vogliamo nascere a Lipari”, mi appare incomprensibile. Lasciar Lipari o Stromboli o Alicudi per mettere al mondo il proprio figlio è certo disagevole, ma opporre il disagio alla ricerca delle migliori condizioni possibili per la sana nascita dello stesso figlio mi sembra stupido.
A costo di apparire “sgradevole”, cosa peraltro per me non inconsueta, in tutta franchezza trovo soltanto demagogici i quotidiani attacchi al Governo Regionale, all’ Assessorato al ramo, alla persona del medesimo Assessore da “braccare”, a detta di alcuni, ove mai si aggirasse tra le Eolie, alla clava del voto contro per quei candidati che per avventura militino in uno schieramento politico che detto governo o detto assessorato sorreggono, soggetti tutti colpevoli del “non voler far nascere a Lipari”. Soggetti tutti, ancora, che non fan nascere a Roccella Valdemone, a San Marco D’ Alunzio, a Floresta, a Cesarò, a Rometta Montagna, etc.
E’ probabile che, se effettivamente candidato, alle prossime elezioni regionali voterò per il Sindaco di Santa Marina Salina, Massimo Lo Schiavo. Sarà anche lui colpevole di “non voler far nascere a Lipari” per come affermato da un Suo lettore e scrittore, ma ha mostrato (che rarità) di essere capace amministratore.
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